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Dottore non riesco a dormire

Quando gli ormoni non fanno dormire? Perché soffro di insonnia? Scopriamo di più su sonno e ormoni.

Quando il sonno è una questione di ormoni

Un sonno ristoratore è una condizione fondamentale per mantenere un buono stato di salute. Il sonno influenza la nostra capacità di agire, pensare, ricordare e risolvere problemi. Mentre dormiamo, durante il sonno profondo, il nostro cervello forma nuove connessioni neuronali indispensabili per fissare i ricordi delle esperienze acquisite.

Sempre durante il sonno il cervello sincronizza i bioritmi essenziali e riduce i livelli degli ormoni d’allarme, adrenalina e cortisolo con una ricaduta a cascata sugli “orologi interni” degli altri organi, come quelli che governano l’attività di cuore e fegato, l’attività respiratoria e neuromotoria nonché quella cellulare con effetti sul sistema immunitario, sul controllo dell’appetito e sulla salute cardiovascolare.

Stile di vita e insonnia: cosa può provocare l’insonnia?

Lo stile di vita scorretto e i ritmi frenetici che la nostra società ci impone sono i principali fattori che contribuiscono ad influire negativamente sulla qualità del sonno. Un’alterazione del ciclo dormi-veglia comporta l’insorgenza dell’insonnia ossia una condizione per cui si può andare incontro ad un sonno insufficiente o ad un sonno di scarsa qualità.

L’insonnia si manifesta con difficoltà ad iniziare o mantenere il sonno, con frequenti risvegli notturni o risvegli precoci mattutini. Spesso l’insonnia porta ad avvertire il sonno come poco ristoratore. In parole semplici, non si trae beneficio dal sonno perché si dorme troppo poco o si dorme male.

La qualità del sonno si basa su quattro fattori: durata, intensità, continuità e stabilità. Nei soggetti insonni uno o più di questi fattori risulta alterato.

Chi soffre di insonnia?

Secondo i dati dello Studio Morfeo 2 1 l’insonnia, per non avere conseguenze sullo stato di salute generale, dovrebbe essere passeggera ma per gli Italiani sta assumendo invece caratteristiche di cronicità. Infatti, il 67% degli insonni ne soffre da più di un anno e l’80% ne avverte le ripercussioni durante il giorno con manifestazioni che vanno dall’irritabilità, tensione nervosa, depressione, difficoltà di concentrazione e di memoria, difficoltà a portare a termine i compiti quotidiani.

A soffrirne sono maggiormente le donne tra i 45 e i 54 anni, periodo che coincide con la menopausa. Seguono gli anziani ultrasessantacinquenni soprattutto se affetti da patologie. Spesso l’insonnia è associata a disturbi psicologici quali ansia, stress e depressione.

Cosa può provocare l’insonnia? Le cause

Saper individuare le cause che portano ad avere un disturbo del sonno è fondamentale per gestire in maniera efficace il disturbo. Si parla di insonnia primaria quando non esiste una correlazione con un’altra patologia in corso ma spesso è frutto dello stile di vita scorretto o dal perdurare di situazioni che possono portare a tensione emotiva e influire così negativamente sul sonno.

Quando l’insonnia deriva direttamente da una patologia che viene considerata primaria allora si parla di insonnia secondaria. Una malattia organica, un disturbi psichiatrico, difficoltà respiratorie, dolore o disturbi gastrointestinali possono essere patologie che portano ad avere un sonno non soddisfacente.

Ormoni e qualità del sonno

Gli ormoni sono sostanze endogene prodotte dal sistema endocrino, che trasportano messaggi essenziali per rispondere alle necessità e ai bisogni sentiti dall’organismo. Ogni ormone viene secreto da opportune ghiandole situate nel nostro corpo o attivato solo in caso di necessità e svolge funzioni differenti. Alcuni di questi ormoni svolgono un ruolo fondamentale nei meccanismi di regolazione del sonno.

Un disordine endocrino può essere alla base di un sonno che non è né qualitativamente e né quantitativamente in grado di soddisfare l’esigenza di riposo del nostro organismo.

Gli ormoni che sono coinvolti nella regolazione del sonno sono: 

  • Cortisolo: viene considerato l’ormone dello stress perché i suoi aumentati livelli si riscontrano in seguito a forti stress psico-fisici, stili di vita frenetici e irregolari o dopo un’intensa attività fisica. La secrezione del cortisolo viene regolata anche dal ritmo circadiano del ciclo sonno-veglia, con un picco nelle prime ore del mattino tra le 6 e le 9 (ora del risveglio), seguito da un progressivo rallentamento lungo la giornata per raggiungere il picco minimo verso mezzanotte (ora dell’addormentamento). Livelli elevati di cortisolo prolungati possono portare a squilibri nel ciclo dormi-veglia e disturbi del sonno.
  • Melatonina: è l’attore principale nella regolazione dei ritmi circadiani che sono i ritmi regolati dalla luce e dal buio. La melatonina diminuisce con l’età e viene secreta maggiormente nel periodo invernale rispetto a quello estivo per via delle maggiori ore di buio. L’alterazione dei normali ritmi circadiani in seguito alla variazione di fuso orario porta ad alterazione della secrezione di melatonina e a quel disturbo che viene definito jet lag o sindrome del fuso orario.
  • DHEA: è il principale ormone steroideo dal quale derivano tutti gli altri ormoni steroidei ovvero quelli sessuali e il cortisolo. Contrasta l’attività del cortisolo e ne modula gli effetti dannosi indotti da un livello elevato di cortisolo protratto nel tempo. La sua massima secrezione si ha durante la pubertà e diminuisce fisiologicamente dopo i 30 anni.

Il sonno come bisogno primario

Si sente dire spesso che per stare bene è necessario osservare una dieta equilibrata e fare esercizio fisico, ma si parla molto meno del sonno e di quanto esso sia importante per una qualità di vita soddisfacente.

Molte persone tendono a trascurare gli eventuali disturbi del sonno, gestendolo con rimedi fai da te o affidandosi a consigli non sempre di persone esperte. Spesso non chiedono aiuto finché la situazione non diventa insostenibile ma allora può essere troppo tardi perché quando un’insonnia diventa cronica diventa più difficile intervenire in modo rapido ed efficace.

Esiste un equilibrio nella funzione del sonno, quella che definiamo “omeostasi” del sonno, per cui meno si dorme e più si sente il bisogno di dormire. Diventa allora importante saper riconoscere tempestivamente i segnali di una cattiva qualità del sonno e parlarne con un esperto per individuare insieme le cause e gli opportuni rimedi.


1 Studio Morfeo 2 la più vasta indagine nazionale condotta sui problemi di insonnia, conclusasi nel 2008, e che ha coinvolto l’AIMS (associazione italiana per la medicina del sonno), 18 Centri di Medicina del Sonno, oltre 600 Medici di medicina generale e più di 11.000 pazienti

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