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Poliomielite: quando la vaccinazione può fare la differenza

Negli ultimi mesi, la poliomielite è tornata a far parlare di sé: scopriamo di più.

Poliomielite oggi: prevenire con la vaccinazione

Negli ultimi mesi, la poliomielite è tornata a far parlare di sé, con nuovi focolai segnalati nella striscia di Gaza dove gli oltre dieci mesi di bombardamenti hanno contribuito alla devastazione ed alla distruzione di centinaia di impianti idrici. 

La mancanza di accesso all’acqua potabile, l’incapacità di gestire le acque reflue e l’accumulo di liquami non trattati ha reso la popolazione dell’area, già malnutrita e fragile, più esposta al virus. 

Questo evento ci ricorda che, nonostante i successi nella lotta contro questa malattia grazie alle campagne di vaccinazione, la poliomielite non è stata ancora completamente eradicata.

Dove è ancora presente la poliomielite?

In aree afflitte da conflitti e condizioni igienico-sanitarie precarie, come Gaza, il virus può riaffiorare, rappresentando una minaccia per la salute pubblica non solo locale, ma globale. Questo rende più che mai cruciale mantenere alta la guardia e promuovere la vaccinazione, unico strumento efficace per prevenire la diffusione della malattia.

Ma cos’è la poliomielite?

La poliomielite, comunemente conosciuta come polio, è una malattia virale acuta e altamente contagiosa che colpisce il sistema nervoso centrale, in particolare le cellule motorie del midollo spinale. 

È causata dal poliovirus, un sierotipo della specie virale Enterovirus C appartenente alla famiglia dei Picornaviridae. Sebbene possa manifestarsi in forma lieve o asintomatica nella maggior parte delle persone, in alcuni casi, soprattutto nei bambini, può provocare paralisi permanente e persino la morte.

Poliomielite trasmissione

La poliomielite si trasmette principalmente per via oro-fecale, cioè attraverso il contatto con feci infette, in particolare in ambienti con scarse condizioni igieniche. Tuttavia, può anche trasmettersi attraverso il contatto diretto con persone infette o con secrezioni orali, come saliva e muco. 

Il poliovirus entra nel corpo attraverso la bocca e si replica nell’intestino. Da lì, può entrare nel flusso sanguigno e, in alcuni casi, attaccare il sistema nervoso centrale, causando danni ai neuroni motori.

Poliomielite sintomi

La malattia può presentarsi nel 90% dei casi circa in forma asintomatica. La maggior parte delle persone infettate dal poliovirus non manifesta sintomi evidenti. In questi casi, l’infezione passa inosservata, ma la persona può comunque trasmettere il virus ad altri.

In un 4-8% dei casi si possono avere sintomi lievi come quelle delle altre infezioni virali come: febbre, mal di gola, mal di testa, stanchezza, dolori muscolari, nausea e vomito. 

In pochi casi (circa 1-2%) oltre ai sintomi di tipo influenzale, possono comparire anche sintomi neurologici come: rigidità del collo e della schiena, dolore ai muscoli e alle articolazioni e sensibilità alla luce. 

La Poliomielite paralitica si manifesta in pochi casi ed è la forma più grave della malattia caratterizzata dalla paralisi. Si sviluppa in tre sottotipi principali:

  •  Paralisi spinale: la più comune, colpisce i muscoli delle braccia, delle gambe e del torace, portando a paralisi flaccida, cioè perdita del tono muscolare senza contrazioni.
  •  Paralisi bulbare: colpisce i muscoli responsabili di funzioni vitali come la respirazione e la deglutizione.
  •  Poliomielite bulbo-spinale: una combinazione delle due forme precedenti, particolarmente grave perché può causare difficoltà respiratorie che richiedono ventilazione meccanica.

Ciò che rende questa malattia ancora più terribile è che colpisce, in forma grave, soprattutto i bambini sotto i cinque anni di età e 1 infezione su 200 provoca una paralisi flaccida irreversibile che colpisce soprattutto le gambe. Tra coloro che rimangono paralizzati, il 5-10% muore a causa della paralisi dei muscoli respiratori. 

Poliomielite diagnosi

Questa malattia viene diagnosticata attraverso vari metodi:

  • Analisi delle feci: per rilevare il poliovirus.
  • Esame del liquido cerebrospinale: per identificare segni di infezione del sistema nervoso centrale.
  • Test sierologici: per rilevare anticorpi specifici contro il poliovirus.

Poliomielite cura 

Non esiste una cura specifica per la poliomielite, ma il trattamento si concentra sul controllo dei sintomi e sul supporto alle funzioni vitali. Si interviene con la fisioterapia per mantenere la mobilità e prevenire le deformità, farmaci per alleviare il dolore e gestire i sintomi secondari e, nei casi più gravi, con il supporto respiratorio.

Poliomielite vaccino

L’arma più potente che abbiamo contro questa malattia è essenzialmente la vaccinazione. La poliomielite è stata oggetto di intense campagne di eradicazione a livello mondiale a partire dal 1988 con il lancio della Global Polio Eradication Initiative (Gpei). 

Grazie alla vaccinazione di massa, la poliomielite è stata ridotta drasticamente in tutto il mondo soprattutto occidentale. La maggior parte dei paesi è stata dichiarata “polio-free” (tra cui ultima l’Africa nel 2020) ma il virus persiste in alcune zone, in particolare in Afghanistan e Pakistan, dove le difficoltà socioeconomiche hanno rallentato gli sforzi di eradicazione. 

La poliomielite è una malattia grave che mette a rischio soprattutto i bambini, ma prevenibile grazie alla vaccinazione. 

Nonostante i grandi progressi compiuti, è essenziale mantenere gli sforzi di sorveglianza e vaccinazione in quanto la polio può essere reintrodotta anche in Paesi dove era scomparsa da tempo se non vengono mantenute coperture vaccinali adeguate. Lo sforzo maggiore è rivolto allo scopo di eliminare completamente questa malattia nel mondo.

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