Prima pappa e il rapporto affettivo con la mamma
Immaginiamoci un tappeto, di quelli bellissimi, con fili di diversi colori sapientemente intrecciati tra loro. Ogni filo, anche il più difficile da vedere, ha la sua ragione di esistere e senza di esso quel tappeto non potrà mai essere completo.
Ecco, il tappeto rappresenta il complesso e vasto mondo dell’alimentazione e la funzione affettiva è uno di quei fili, sottili e nascosti, che lo compongono. Il fatto che questa parte sia poco visibile, non la rende trascurabile e meno importante.
Ed ecco il primo concetto da tenere in mente: nel corso della vita la funzione alimentare e la funzione affettiva sono sempre intrecciate l’una con l’altra.
La pappa nei primi mesi di vita e comunicazione
Questo intreccio è particolarmente intenso nei primi mesi e anni di vita del bambino nei quali, l’immaturità del canale di espressione verbale, porta il piccolo ad usare canali comunicativi alternativi.
Il cibo rappresenta uno di questi canali e spesso, le difficoltà nell’allattamento e nello svezzamento, hanno una componente relazionale, affettiva e comunicativa che viene ingiustamente trascurata.
Basta fare un rewind fino alla via intrauterina per rendersi conto di quanto i nutrimenti che dalla placenta arrivano al feto, rappresentano già il primo canale affettivo tra il piccolo e la sua mamma.
Attraverso quelle sostanze, la mamma manda al proprio bambino un messaggio implicito d’amore, che dice: “Ti vedo, ti riconosco, ti desidero e ti accolgo”.
Con la nascita e l’allattamento, mamma e neonato possono finalmente sperimentare uno scambio relazionale dal vivo nel quale la donna offre e il bambino riceve.
Allattamento e legame d’ amore
Il nutrimento di questo dare e avere è certamente il latte ma anche l’amore: la mamma, con un unico gesto, soddisfa i due fondamentali bisogni del neonato: il bisogno di latte e quello d’amore, gettando così le basi per la costruzione di una “base sicura” da cui il bambino trae le sue prime esperienze relazionali.
Cibo e amore: come si fa la prima pappa?
Si dice che “chi ben comincia è a metà dell’opera”. Questo significa che, più avrete modo di vivere l’allattamento con serenità, sintonia e calma, più il passaggio all’alimentazione complementare (svezzamento) sarà piacevole e gratificante.
Un buono svezzamento porrà le basi per un rapporto sano, negli anni a venire, con il cibo e con ciò che lo circonda.
Quando si dà la pappa reale ai bambini?
Qui c’è un secondo aspetto da considerare: è bene informarsi sui tempi e sulle modalità di svezzamento ma date importanza anche al “tempo psichico”. Fermatevi ad ascoltarvi e ad ascoltare il vostro bambino; cercate di capire i vostri e i suoi tempi e bisogni in quel momento.
Siete voi a conoscere vostro figlio e a capire quando è il momento di cambiare. Per questo, le insistenze, le prese di posizione, l’ansia e il confronto con gli altri, sono controproducenti e generano frustrazioni in entrambi.
Ci sono poi degli accorgimenti utili per rendere i primi pasti dei momenti piacevoli e consolidare così una buona routine alimentare del bambino.
Consigli: quando e come si dà la pappa ai bambini?
Sicuramente sono da evitare:
- Comportamenti di insistenza: più si insiste più il bambino risponderà resistendo: se rifiuta il cibo, è importante assecondarlo e riprovare in un altro momento;
- Interventi intimidatori (“Se non mangi chiamo il dottore…”) e ricattatori (“Se non mangi non andiamo al parco…”);
- Ricompense e promesse: “Se mangi ti compro un gioco…”;
- Uso inadeguato della logica affettiva: “Sei cattivo, se non mangi fai piangere mamma e papà…”
- Giochi, tablet, tv per distrarre il bambino ed imboccarlo “a tradimento”.
E’ invece un bene:
- Dedicare il giusto tempo ai pasti e viverli come momenti di piacevole incontro familiare;
- Far comprendere e mostrare ai bambini il piacere che può derivare dal rispetto di alcune regole a tavola;
- Permettere al bambino di fare esperienza del cibo attraverso i sensi, manipolando e annusando gli alimenti, sentendone le diverse consistenze e sapori;
- Rendere partecipe il papà, coinvolgendolo attivamente nelle varie fasi del pasto e nella sua condivisione a tavola.
La bocca del bambino come mezzo comunicativo
E’ fondamentale partire dal presupposto che i bambini usano la bocca ed il cibo per scoprire il mondo e per comunicare con l’altro: “Quello che non so dire a parole lo dico attraverso il cibo che mi offri”.
Questo significa che ci saranno dei momenti critici, sia durante l’allattamento sia nello svezzamento e che questi momenti coincideranno, molto probabilmente, con passaggi evolutivi e cambiamenti importanti nelle relazioni, in famiglia e nel contesto sociale.
Vivere questi momenti, interrogandosi su cosa quel comportamento possa significare dal punto di vista affettivo e relazionale, permetterà di affrontarli con una consapevolezza nuova e ad agire in modo più efficace per superarli.
Perché quel filo, quasi invisibile, c’è sempre e può aiutarci a trovare un senso laddove prima sembrava difficile, quasi impossibile, capirci qualcosa!