Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, per ricordare le vittime di abusi, maltrattamenti, femminicidi e per contrastare la disuguaglianza e le discriminazioni di genere.
Perché il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne?
La data del 25 novembre non è casuale: è stata scelta in onore delle tre sorelle Mirabal, uccise brutalmente il 25 novembre del 1960, per essere state delle attiviste politiche che crearono dei comitati di opposizione alla dittatura.
In Italia, il primo intervento in materia di famiglia arrivò nel 1975, momento in cui la donna iniziò ad essere considerata alla stregua dell’uomo, almeno sotto l’aspetto legale:
il rapporto tra coniugi viene considerato paritario nella conduzione della famiglia sia sotto l’aspetto personale, sia sotto quello patrimoniale e vengono introdotte le libertà matrimoniali, la comunione legale dei beni e la possibilità di riconoscimento dei figli adulterini.
Solamente nel 1981 vengono finalmente abrogate le norme relative al matrimonio riparatore ed al delitto d’onore e, successivamente nel 1996, la violenza sessuale non viene più considerata un crimine contro la dignità personale e la moralità pubblica, ma un crimine contro la persona stessa.
Nel 2001, vengono disciplinate nuove misure volte a contrastare i casi di violenza all’interno delle mura domestiche con l’allontanamento del familiare violento, mentre nel 2009 vi è un inasprimento delle pene per la violenza sessuale, nonché l’introduzione del reato di atti persecutori, il cd. “stalking”.
Nel 2013, l’Italia ratifica la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e contro la violenza domestica e viene altresì approvata la Legge sul femminicidio, con la quale si arriva all’introduzione, nel codice penale, di nuove aggravanti e misure a tutela delle vittime di maltrattamenti e violenza domestica.
Un importante passo avanti è stato fatto nel 2019, con l’entrata in vigore del Codice Rosso, che ha rafforzato la tutela delle vittime dei reati di violenza domestica, inasprendo ulteriormente le pene per i reati di violenza sessuale ed inserendo altre ed ulteriori nuove fattispecie di delitt, con peraltro la velocizzazione dell’iter in favore della parte lesa.
In ultimo, nel 2021 con la recente “Riforma Cartabia” viene disciplinata un’apposita procedura che si applica nei procedimenti in cui siano allegati abusi familiari, violenza domestica o di genere nei confronti del partner o dei figli.
Ma cosa si intende di preciso per violenza di genere?
Con tale espressione si considera ogni condotta aggressiva e/o discriminatoria posta in essere in base al sesso, nonché ogni forma di violenza attuata da un uomo nei confronti di una donna in quanto tale e volta a creare un danno o una sofferenza, fisica, psicologica, economica o sessuale, con vessazioni psicologiche, ricatti, condotte persecutorie, minacce, stupri, molestie…
In particolare, la violenza contro le donne può avere diverse forme: fisica, sessuale, psicologica ed economica, tutte caratterizzate dal dominio e controllo dell’uomo sulla donna.
Nel mondo, le statistiche attuali parlano del fatto che 1 donna su 3 ha subito almeno un atto di violenza durante la propria vita ed oggi appare davvero importante prevenire il compimento di comportamenti aggressivi indirizzati al sesso femminile!
È necessario prevenire educando le nuove generazioni, partendo dal rispetto delle differenze, passando da una comunicazione dei mass media più rispettosa della figura femminile, fino ad arrivare al raggiungimento dell’uguaglianza come valore universale.
Perché domani è troppo tardi!
Perché bisogna agire oggi!