Cosa sono i genitori per i figli?
Fin dalla nascita i bambini sono persone complete, cioè sono sociali, collaborativi e pronti a comunicare con le persone che li circondano. Queste competenze, innate in ogni essere umano e indipendenti da metodi educativi o da modelli di esperti, devono essere supportate da adulti che ne permettano uno sviluppo positivo.
I genitori sono quindi chiamati ad assolvere un compito fondamentale: relazionarsi al bambino considerandolo, sin dalla nascita, un essere competente, meritevole di rispetto e attenzione, con la stessa dignità di un adulto.
Questo cambio di prospettiva è piuttosto recente: prima i bambini erano “tabule rase” sulle quali imprimere nozioni e limiti necessari per un regolare sviluppo umano e sociale.
L’educazione era il perno del ruolo genitoriale, a scapito della dignità, della comprensione e della comunicazione. Oggi sono questi i valori sui quali investire per garantire al bambino una personalità e un’autostima solide.
Quale è il compito di un genitore?
Jesper Juul* nel suo testo “Il bambino è competente” invita a riflettere su quanto la dimensione del potere, ancora così forte nella relazione genitori figli, generi bracci di ferro continui, litigi e malumori, in una spirale di negatività che coinvolge tutta la famiglia.
Questo non significa costruire famiglie senza regole e lasciare i figli liberi di fare ciò che vogliono ma nemmeno soffocare la crescita, l’autostima e la fiducia in sé.
E’ come se in piena estate usassimo una coperta di lana pesante per coprire nostro figlio: l’intenzione è protettiva ma il modo in cui si traduce è sbagliato e potenzialmente dannoso. Juul parte da una considerazione fondamentale: le mamme e i papà possono e devono imparare dai figli.
Sono loro che indicano ai “grandi” qual’è la coperta adatta ai loro bisogni e alla loro personalità e i genitori devono ascoltare e accettare quello che il “piccolo” gli suggerisce.
Ma quali sono i passi per arrivare ad una nuova forma di genitorialità?
1) Osservazione e ascolto: i figli, soprattutto se ancora bambini, si nutrono dello sguardo dei genitori e del loro riconoscimento. Un bambino poco visto sarà un adulto insicuro e chiuso.
2) Libertà alle emozioni: i figli devono sentirsi autorizzati ad esprimere anche le emozioni “negative” e i genitori devono cercare di non reprimerle o condannarle. E’ negativo solo ciò che viene represso.
3) Uso responsabile del potere: i genitori hanno un potere fisico, sociale ed economico sui figli e sono responsabili del loro benessere fisico ed emotivo. Ma anche i figli hanno la loro responsabilità e questa deve essere sollecitata, discussa e negoziata. Il livello di responsabilità del figlio è direttamente proporzionale alla sua età: un bambino non deve essere iper-responsabilizzato ma nemmeno il contrario. Il genitore sarà la sua guida in questo senso.
E’ bene stabilire delle regole generali che possano essere usate in caso di dubbio su ciò che sta realmente accadendo ma tali regole andranno riviste e rinegoziate più e più volte. Il fatto che i figli abbiano chiaro quello che desiderano, ma non quello di cui hanno bisogno, non significa che siano sempre i genitori a saperlo! Anche i “grandi” devono dubitare e porsi domande…
4) Eliminazione dei ruoli: i genitori dovrebbero imparare a non usare il proprio ruolo come rifugio che confermi il valore di adulti responsabili e a costruirsi un’autorità personale indipendente da quel ruolo. Questo gli permetterà di prendere in seria considerazione i figli e darà modo ai figli di migliorarsi a loro volta.
Come si fa ad essere un buon genitore?
Questi passi sono solo l’inizio. Sappiamo quanto fare i genitori sia complesso: non esistono formule magiche che garantiscano il successo e gli errori sono sempre dietro l’angolo.
Se da una parte essere un genitore 2.0 può sembrare difficile, dall’ altra, gli strumenti e le possibilità di informazione moderna, permettono alle mamme e ai papà di crearsi nuove possibilità e di riflettere per cambiare.
Perché la vita dei genitori non è tanto diversa da quella dei bambini: è fatta di insuccessi e sbagli ma anche di successi e nuovi apprendimenti. Senza gli sbagli, imparare e crescere non sarebbe possibile e nemmeno così emozionante.
E allora forza genitori, cosa state aspettando?
*J.Juul è stato uno psicoterapeuta danese che in vita si occupò di terapia familiare. Fu autore di numerosi libri dedicati alle relazioni familiari e all’educazione. I suoi testi sono famosi in tutto il mondo e di grande ispirazione per genitori e professionisti del settore.